Considerata l’elevata prevalenza di tendinopatia achillea (TA) e di medial tibial stress syndrome (MTSS) nei corridori, lo studio in oggetto ha cercato di risolvere l’attuale dibattito riguardante l’influenza dell’eversione del retropiede nella popolazione in esame.
Gli autori concludono l’articolo specificando come il tempo passato in eversione durante la fase di appoggio, rispetto alla velocità dell’e…versione o alla sua escursione, sembri essere il fattore più influente e un possibile predittore per il rischio di sviluppare condizioni patologiche.
La ricerca riguardante la patomeccanica nel running ha osservato un dibattito rispetto alla possibile influenza di variabili quali l’allineamento, il ROM e la biomeccanica sulla prevalenza degli infortuni all’arto inferiore. E’ stato teorizzato come un eccesso di eversione del piede produca una base instabile da cui far partire la fase di push-off il che porterebbe ad un eccessivo stiramento tissutale.
Lo studio in oggetto ha valutato retrospettivamente 42 corridori (21 sintomatici e 21 controlli ndt), considerando le variabili sopracitate mediante una gait analysis 3D al fine di determinare le differenze biomeccaniche esistenti tra soggetti sani e atleti infortunati.
Gli autori non evidenziano differenze tra i gruppi rispetto alla velocità di eversione e all’escursione articolare; tuttavia osservano un prolungato tempo in eversione negli atleti sintomatici. Altre variabili presenti negli atleti infortunati includono un ridotto ROM statico in dorsiflessione della caviglia, un aumentato varismo della tibia in stazione eretta e una maggiore eversione del retropiede nella fase di “heel-off”.
I ritrovamenti dello studio sembrerebbero quindi supportare la teoria degli effetti maladattativi della pronazione prolungata nello sviluppo della TA e della MTSS. Gli autori suggeriscono di aumentare l’attenzione nella fase di push-off rispetto alle fasi di carico e di appoggio.
> da: Becker et al., Am J Sports Med 45 (2017) 2614-2621. Tutti i diritti riservati agli autori. Clicca sul link che segue per vedere l’abstract dell’articolo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28581815
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